Analisi Transazionale

L’Analisi Transazionale è una teoria psicologica elaborata da Eric Berne negli anni ’50. Nel campo dell’applicazione pratica, l’Analisi Transazionale fornisce un efficace metodo di lavoro clinico. Esso è utilizzato nel trattamento individuale, di coppia e di gruppo per disturbi di ogni tipo, dai problemi della vita di tutti i giorni ai disturbi più gravi. 

Principi Filosofici

L’Okness: cliente e psicologo, seppur con responsabilità e compiti diversi, si rapportano su un piano di parità. Tutte le persone hanno la capacità di pensare e di prendere decisioni su di sé. L’Okness è quindi l’accoglimento dell’essenza di essere umano di ogni persona.

Responsabilità pari: ciascuno è responsabile della propria vita. Cliente e psicologo condividono la responsabilità per il cambiamento che si vuole raggiungere, ognuno dà il proprio contributo verso l’obiettivo.

Ridecisionalità: tutte le persone hanno la possibilità di cambiare alcuni aspetti considerati disfunzionali della propria vita. Il principio della ridecisionalità afferma che se in fasi precoci della vita alcune decisioni sono sembrate funzionali alla sopravvivenza, ma nel presente della persona adulta non lo sono più, è responsabilità e potere della persona poter cambiare questi elementi.

Metodologia

La metodologia di intervento dell’Analisi Transazionale si fonda sulla contrattualità: la relazione terapeutica è vista come un accordo tra psicologo e cliente, i quali hanno una responsabilità congiunta nel lavorare per raggiungere gli obiettivi definiti in modo chiaro e specifico.
“Il paziente viene quindi responsabilizzato dall’inizio a porsi come controparte attiva di un professionista il cui compito non è quello di risolvere i problemi del paziente, bensì quello di aiutare a comprendere come finora si è bloccato dal risolverli da solo.” (Novellino, 1998). 

Teoria

Berne ha dedicato molto studio agli scambi comunicativi tra le persone (cioè alle transazioni), considerandoli indicatori di elementi più profondi della personalità. Per definire questi elementi, egli ha utilizzato il concetto di “Stati dell’Io”, che si esprimono anche e soprattutto attraverso i nostri scambi comunicativi.
Secondo Berne, si possono identificare tre principali Stati dell’Io: Stato dell’Io Genitore, Adulto e Bambino. Il modello dei tre Stati dell’Io descrive come siamo strutturati dal punto di vista psicologico, ci aiuta a capire il nostro funzionamento e come esprimiamo la nostra personalità attraverso il comportamento.
Ogni stato di personalità si esprime ed entra in relazione con gli altri.

Lo stato “Genitore” è costituito da comportamenti, pensieri ed emozioni “copiati” dai genitori o dalle figure genitoriali. Il Genitore giudica a favore o contro e può rappresentare un controllo o un sostegno.

Lo stato “Adulto” è costituito da comportamenti, pensieri ed emozioni che sono una risposta diretta del “qui ed ora”. Rappresenta l’esame di realtà, ovvero pensieri, emozioni e comportamenti coerenti con quello che stiamo vivendo. L’Adulto è la parte della personalità che elabora, come un computer, le informazioni che gli si danno, producendo risposte assolutamente logiche e razionali. La sua funzione principale è quella di aiutare il Bambino a soddisfare bisogni e desideri utilizzando dei metodi razionali e socialmente accettabili.

Lo stato “Bambino” è costituito da comportamenti, pensieri ed emozioni riproposti dall’infanzia. Rappresenta quella che possiamo definire la parte più “spontanea” ed emotiva della personalità. Quando siamo nello stato dell’Io Bambino, agiamo come agirebbe il fanciullo della nostra infanzia

Lo psicologo guida il cliente al riconoscimento e alla consapevolezza degli Stati dell’Io che la persona attiva, affinché egli possa utilizzarli tutti e tre in modo positivo, arricchendo così le proprie opzioni e migliorando la qualità della propria vita e delle proprie relazioni.
Uno dei concetti più importanti dell’Analisi Transazionale è quello di “Copione”. In sostanza, durante l’infanzia decidiamo di tracciare una strada per la nostra vita, che in quel momento rappresenta la scelta più funzionale. Durante la vita adulta riproponiamo quelle strategie dell’infanzia anche quando queste si dimostrano inefficaci e dolorose, come in un’opera teatrale già scritta.
Nel copione c’è dunque ripetitività e Berne ha posto molta attenzione alle situazioni di sofferenza e di disagio che si esprimono attraverso la ripetitività, arrivando ad elaborare il concetto di “Gioco Psicologico” per mettere in evidenza le modalità relazionali che inconsapevolmente le persone mettono in atto per confermarsi un’idea precostituita su di sé e sugli altri (convinzioni di copione), e quindi più in generale per confermare il proprio copione, per quanto disfunzionale.
Il fine della psicoterapia per Berne è la risoluzione dei problemi del paziente, fino al recupero dell’autonomia perduta, attraverso la contrattualità e la ridecisionalità.

 BIBLIOGRAFIA

Berne, E. (1964). A che gioco giochiamo. Trad. it. Milano: 1967.
Moiso e Novellino (1982). Stati dell’Io. Roma: Astrolabio.
Novellino, M. (1998). L’approccio clinico dell’Analisi Transazionale. Milano: Franco Angeli.
Stewart e Jones (1987). L’Analisi Transazionale. Trad. it. Milano: Garzanti, 2000.